Web 1.0 web 2.0 e web 3.0: spiegazioni e differenze

antropologia
Odissea nello spazio – Stanley Kubrick

Per alcuni specialisti è indispensabile conoscere l’evoluzione del web, ma quante volte ritroviamo i termini web 2.0, web3.0 nei giornali, alla televisione o all’università? Ecco allora l’esigenza di chiarire questi termini.

Fin dal 1993, internet era esclusivamente utilizzato da scienziati e militari e le applicazioni commerciali nell’uso della rete erano limitate. L’affermazione dei browser e delle attività commerciali su internet, che viene definita web 1.0, rappresenta la prima fase dell’uso recente di internet; il web 2.0, più attuale, vede la crescita dei siti di social network e la nascita di una cultura partecipativa sulla rete, che contraddistingue il web 2.0; infine il web 3.0 rappresenta la fase che stiamo vivendo attualmente, definita da una serie di percorsi possibili che approfondiremo in seguito.

evoluzione del web

Cerchiamo però di approfondire la tematica:

WEB 1.0: l’interconnessione

Nel primo stadio internet attua un’interconnessione degli utenti basata sulle reti di comunicazione; sviluppa siti, portali e piattaforme di servizi web nei quali gli utenti possono solo navigare, sfogliare il catalogo virtuale dei prodotti, approfondendo le loro caratteristiche, e acquistare dai siti web delle aziende. Con il web 1.0 viene limitata la possibilità d’interazione tra l’azienda e i propri clienti, quindi gli unici punti di contatto sono costituiti dai mezzi classici: mailing, fax, telefono e pubblicità. Si determina così un flusso comunicativo di tipo unidirezionale che, partendo dall’alto verso il basso, mira al mercato di riferimento, senza esplorare né condividere i suoi desideri e le sue proposte.

WEB 2.0: l’interazione

Il secondo stadio invece è caratterizzato dal web 2.0, inteso come l’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello d’interazione tra il sito web e l’utente, in cui strumenti come social network, blog, tag e podcast offrono la possibilità di approfondire il rapporto azienda-cliente e di sviluppare un flusso di comunicazione partecipativo tra gli utenti in rete.

Il web 2.0 poggia quindi su tre pilastri: interazione, condivisione e partecipazione. L’interazione offre a ciascun individuo la possibilità di usufruire, in tempo reale, dei contenuti che più lo interessano e di condividerli con gli altri utenti della rete. In questo modo la comunicazione diventa partecipativa, perché chiunque può dare il suo contributo nella diffusione dei contenuti presenti su internet, che diventano così accessibili a tutti.

La moltiplicazione di nuovi strumenti informatici denominati social media, tra cui palmari e smartphone, consentono di ottenere l’interconnessione on-line e sono in grado di veicolare nuovi contenuti specifici, riuscendo a superare il limite (temporale e spaziale) dei servizi basati sui canali tradizionali. Inoltre l’odierna condivisione si basa sulla semplicità di utilizzo dei social network (Facebook, MySpace, LinkedIn, ecc..), sulla  possibilità di restare sempre in contatto, condividendo opinioni ed esperienze di consumo e non. Appare qui fondamentale il fenomeno della convergenza digitale.

WEB 3.0: il mondo come un grande database

Seguendo questo percorso arriviamo al web 3.0 di cui non possiamo dare una definizione precisa dato che lo stesso processo è in continua evoluzione, ma cercheremo, comunque, di riassumerlo in alcuni punti:

  • trasformazione del web in un Database;
  • sfruttamento al meglio delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale capace di interagire con il web in modo quasi umano;
  • la presenza del web semantico, per cui saranno possibili ricerche molto più evolute delle attuali, basate sulla presenza nel documento di parole chiave, collegamenti ipertestuali ecc;
  • la presenza del web potenziato, ovvero un web capace di influenzare la realtà come mai prima era successo grazie ai Social (Social references);
  • la presenza del web 3D, la trasformazione del web in una serie di spazi in 3D, in linea con ciò che ha già realizzato “Second life”;
  • un meccanismo di fusione dei poli: non più due poli distinti (artista-fan, azienda-consumatore, politico-elettore) che dialogano indipendentemente dall’altro. I due poli si sono fusi e costituiscono un unico flusso di co-creazione continua.

Da web a marketing 1.0, 2.0 e  3.0

E così vediamo cambiare anche il marketing :

web 1.0 2.0 3.0

Si può dire, dunque, che l’era in cui stiamo vivendo risente dei profondi cambiamenti delle tecnologie dell’informazione, della comunicazione (ICT) e della globalizzazione. La società adesso sta vergendo verso una crescente rilevanza della creatività come motore del tessuto connettivo della società attuale. Inoltre la globalizzazione si è rilevata ben lontana dal creare un “consumatore universale”, provocando invece contaminazioni culturali che arricchiscono le aspettative ed i bisogni dei consumatori, portandoli a riscoprire le proprie tradizioni locali. Seguendo questa direzione le imprese dovranno dunque, sia salvaguardare le culture locali, sia dimostrarsi attive nella partecipazione alla risoluzione delle problematiche locali, generando così le nuove pratiche di marketing che verranno successivamente esposte.

Siamo davanti ad un contesto estremamente vantaggioso per il settore commerciale, il cui processo di trasformazione in bit è reso tanto potente da tre fattori principali:

  • la legge di Moore per cui i bit diventano molto più economici da utilizzare poiché è possibile manipolarli e memorizzarli;
  • la possibilità di creare ambienti digitali da sfruttare, come ad esempio i social network;
  • la convergenza digitale

VEDI ANCHE: MARKETING 3.0: COLLABORATIVO, CULTURALE E SPIRITUALE