Sapevate che la marca influenza alcune aree del cervello umano? Ebbene sì, è lui che condiziona “biologicamente” i nostri acquisti. Nel corso della storia sono stati effettuati diversi esperimenti che hanno dimostrato l’esistenza di particolari stimoli a livello cerebrale quando il soggetto è un consumatore fedele del suo brand preferito. E’ quest’ultimo infatti che attiva il sistema della ricompensa durante le fasi di scelta.
Uno di questi esperimenti (specificatamente condotto all’Università di Pisa nel 2007) ha dimostrato la somiglianza del nostro cervello con i meccanismi Facebook. Ovvero? In ogni cervello ci sono due aree del cervello che agiscono in maniera diversa, una “likes” e un’altra “dislikes” i brand. La prima è l’amigdala, la quale risponde alle marche apprezzate; la seconda è il cingolo che risponde a quelle disprezzate. E’ proprio questo l’aspetto che ci dimostra quando anche la singola visione di un logo sia in grado di attivare sistemi di percezione e reazione comportamentale a livello profondo. Se siete dei salutisti convinti ad esempio, alla vista della scritta “MacDonalds” verrà creata all’interno del vostro cervello una sensazione di disapprovazione, perché l’associazione a olio per frittura e conservanti saranno gli elementi più rilevanti per voi.
L’aspetto di “condivisione” di Facebook è un altro elemento simile ai nostri comportamenti riguardo la marca: scambiandoci pareri ed informazioni su prodotti e brand le persone danno e ricevono stimoli a seconda di ognuno, piacevoli o meno e in questo modo l’immagine panoramica può essere positiva o negativa e può allontanarci o avvicinarci alla marca. Proprio per questo motivo una delle funzioni principali del branding è quella di creare una rete di connessioni tra i sistemi di valori condivisi e condivisibili.
Questa è la stessa ragione per cui la relazione tra brand e consumatore è prevalentemente affettiva e quindi la comunicazione sulla quale ogni azienda punta negli ultimi decenni è di tipo emozionale (Emotional Selling Proposition).
Ricordate quindi di promettere emozioni e di dare una ragione per cui credere al vostro brand.
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Ambra Cretì