User Experience Research: Processo, tecniche e misurazione

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Cos’è la UX Research?

La ricerca nel campo della User Experience – o UX Research – è lo studio dei comportamenti di uno specifico target di persone, che varia a seconda di settore e cluster di persone di una realtà, necessario per comprendere come costruire un prodotto digitale o come ottimizzarlo nelle sue performance.

Siti vetrina, e-commerce, app o software: si possono analizzare le interazioni delle persone per ognuno di questi touchpoint e strumenti con il fine di ridurre al minimo gli ostacoli nel raggiungere un obiettivo. Inoltre, non bisogna dimenticare che le tecniche di ricerca possono essere applicate anche al mondo degli oggetti fisici.

Ciascuno e ciascuna di noi, come utenti di piattaforme online (che siano di aziende private o della pubblica amministrazione) ha provato almeno una volta un senso di frustrazione nel trovare uno scoglio per raggiungere un obiettivo. La ricerca mira a eliminare più scogli possibili. 

Perché è importante? 

Fare ricerca con i destinatari di un prodotto digitale è fondamentale per più motivi. Il più importante? Progettarlo partendo dai reali bisogni delle persone. 

Evitare questa attività significa affidarsi a consuetudini o mode in tema di web design. Le regole di buon senso nella progettazione non sono un male in sé, ma spesso non sono sufficienti per assicurare una User Experience fluida e senza frizioni e permettere maggiori conversioni, che si tratti di acquisti o di altri tipi. 

Al contrario, comprendere i problemi più profondi delle persone, o più semplicemente i modi in cui queste interagiscono con un’interfaccia, permette anche di raccogliere una grande quantità di dati su aspetti diversi, dal processo decisionale degli individua fino ad approfondimenti sulla customer satisfaction.

Metodo / Processo / Tecniche

I metodi di ricerca per la UX sono diversi. Innanzitutto, la divisione macro da sapere è quella tra ricerca quantitativa e qualitativa.

  1. Ricerca quantitativa: La ricerca del primo tipo è fatta con un gran numero di persone (da qualche centinaio fino a diverse migliaia) e permette di raccogliere rapidamente molti dati sul comportamento delle persone in riferimento a uno specifico argomento (come ad esempio le abitudini di acquisto di prodotti di seconda mano online). Lo strumento classico in questo caso sono le survey
  2. La ricerca qualitativa è rappresentata dalle interviste in profondità e dai test di usabilità, o usability testing. Le interviste possono essere svolte anche senza un prodotto esistente, quindi in fase esplorativa, mentre i test di usabilità richiedono almeno un prototitpo del sito o software navigabile, anche solo nelle funzioni di base. Per proseguire con l’esempio del sito per la compravendita di prodotti di seconda mano, è possibile svolgere alcune decine di interviste in profondità a persone potenzialmente in target (che rispecchiano una o più Personas) ancora quando si sta valutando l’idea del suo sviluppo. Per un test di usabilità, sempre svolto con un numero di persone che non supera la decina, per ciascun target, è necessaria la costruzione di alcuni flussi del servizio.

Un usability testing è forse la situazione più completa, poiché è possibile sia osservare direttamente le persone mentre utilizzano un prodotto, che porre domande di approfondimento, senza dimenticare che si possono sondare aspetti emozionali e legati ai comportamenti di acquisto anche attraverso delle survey. Se svolto in presenza, questo tipo di test può prevedere anche l’utilizzo dell’eye-tracker. Questo strumento raccoglie e permette di visualizzare il percorso oculare delle persone all’interno di uno schermo, che sia un pc o uno smartphone. Il vantaggio? Registrare in modo preciso e scientifico le aree di un’interfaccia che catturano l’attenzione e quelle ignorate.

Tool UX research consigliati

A seconda della tecnica di ricerca che si impiega i tool variano. Nella cassetta degli strumenti dello/a User Experience Resarcher ci sono sicuramente:

  • Miro, Notion e gli altri software per collaborare con gli stakeholder e il cliente.
  • Per le survey ci si può sbizzarire: da Google Forms fino a Typeform passando per Survey Monkey, la scelta è davvero vasta. hotjar
  • Chi esegue A/B testing conosce e utilizza AB tasty, Optemizely e Adobe Target, tra i nomi più diffusi e consigliati
  • Inoltre, per la specifica attività di usability testing ci si può aiutare con piattaforme quali Maze, UserTesting o UserZoom, tra i molti. Alcune di queste piattaforme permettono anche la conduzione di interviste moderate, quindi condotte online e in diretta.

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Misurazione e KPI

Concentrandoci sull’attività di usability testing, si possono prendere in considerazione due KPI fondamentali: 

  • percentuale delle performance 
  •  percentuale di completamento.
  •  tempo impiegato 
  • numero di errori commessi. 

VEDI ANCHE: LIBRO UX RESEARCH CONSIGLIATO