Fra i molti elementi di cui è composta una newsletter, l’oggetto è sicuramente uno dei più importanti: in pochi caratteri si comunica al destinatario di cosa si tratta e, se è scritto bene, lo si convince che valga davvero la pena aprirle la email. Sicuramente vi sarete trovati di fronte a newsletter con un oggetto poco interessante e quasi certamente non l’avrete aperta. Proprio per questo chi fa email marketing e vuole inviare delle newsletter ai propri clienti o interessati deve prestare particolare attenzione all’oggetto che scrive.
Newsletter2Go, compagnia che conta ben 7 anni di esperienza nel campo dell’email marketing, è andata a studiare quali sono le caratteristiche di un buon oggetto che consente di ottenere tassi di apertura elevati. Per fare ciò sono state analizzati gli oggetti di circa 12.000 newsletter e le rispettive performance. è subito risultato chiaro che ci sono due elementi che giocano un ruolo fondamentale: la lunghezza e il grado di personalizzazione.
La lunghezza dell’oggetto
Quanti caratteri deve avere un oggetto? Dallo studio è risultato chiaro che non possono eccedere i 30 caratteri. Infatti meno è lungo più aumentano i tassi di apertura. Per citare alcuni dati: la percentuale di apertura della newsletter è del 35,5% quando l’oggetto contiene dai 10 ai 20 caratteri; scende invece al 30,2% quando i caratteri sono compresi fra i 30 e i 40. Un oggetto con 80-90 caratteri ha un tasso di apertura del 27,8%. Ciò accade perché chi riceve le email vuole capire subito di cosa si tratta, inoltre una frase breve motiva di più i lettori all’azione e non si rischia che questi non vengano visualizzati sugli smartphone o su schermi più piccoli.
La personalizzazione dell’oggetto
Oltre alla lunghezza, anche la personalizzazione gioca un ruolo importante. Gli oggetti che si rivolgono ai destinatari in modo personali sono davvero efficaci perché chi lo legge si sente preso in causa. Per scriverli, se si usa una piattaforma professionale per l’invio delle newsletter, basta inserire delle personalizzazioni ovvero un “segnaposto” che viene poi compilato dal sistema stesso attingendo dalla rubrica contatti. Per fare un esempio concreto, un oggetto che attira il lettore potrebbe essere “Ciao, [nome], hai già visto l’ultima collezione estiva?”. In questo caso il segnaposto [nome] verrà compilato correttamente dal sistema a seconda del nome proprio del destinatario: Ciao, Francesca, hai già visto l’ultima collezione estiva?”. Altre personalizzazioni vincenti, dopo il nome proprio, sono il cognome (se si scrive una newsletter più formale), oppure inserire nel contesto giusto il luogo di residenza. Lo studio ha in generale mostrato che il tasso di apertura delle newsletter personalizzate è di 6,6% maggiore rispetto a quelle che non lo presentano. Fra i segnaposti più utilizzati c’è proprio il nome proprio. Questi oggetti hanno ha ottenuto un tasso di apertura del 32,57% (la media è di solito del 20%.)
Più di 150 idee di oggetti perfetti in 13 settori
La compagnia ha raccolto inoltre più di 150 oggetti per le email che assicurano tassi di apertura elevati. Questi sono divisi per settore e possono essere una fonte di ispirazione per chi è in cerca della frase giusta per la propria email. Per ottenerli basta scaricare gratis il whitepaper sul sito web. https://www.newsletter2go.it/white-paper/150-oggetti-per-newsletter/
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Autrice: Margherita Grizzo – Redazione e Online Marketing