Innovazioni produttive e commerciali degli artigiani del terzo millennio
Creare qualcosa con le proprie mani è un’attività molto impegnativa, che coinvolge numerosi aspetti della psicologia individuale e consente alle persone di esprimere se stesse con la loro creatività. Da qui nascono le varie motivazioni che spingono le persone a creare oggetti, che sono legate alla soddisfazione personale che scaturisce sia dall’atto creativo stesso, sia dalla risposta ricevuta dalle altre persone.
Il processo creativo è legato strettamente alla condivisione, perché quando una persona si cimenta nella realizzazione manuale di qualcosa vuole anche condividere la sua attività per due ordini di motivi: conoscere e farsi conoscere. Ecco perché l’immenso sviluppo della cultura digitale degli ultimi anni è la causa principale della riscoperta del lavoro artigianale, che è stato duramente colpito dall’avvento dell’era industriale, soprattutto a partire dagli anni ’60, ma che oggi trova nel web 2.0 lo strumento perfetto per diffondersi globalmente, soprattutto tra le generazioni più giovani.
Siamo soliti pensare all’artigiano come ad una figura solitaria e indipendente, che lavora duramente nella penombra della sua piccola e caotica bottega dove realizza oggetti grazie alle sue abilità manuali; pone alla base della sua attività economica le relazioni dirette con i clienti ed ha il passaparola come unico strumento promozionale. Impossibile competere con le grandi industrie.
Negli ultimi anni però, stiamo assistendo ad una riscoperta straordinaria dell’amore per il fatto a mano, grazie al lavoro dei crafter, i nuovi artigiani digitalizzati.
Sono figure fortemente legate sia ad un insieme di valori tipici del tradizionale lavoro di bottega (come la manualità, la creatività e la conoscenza di tecniche e materiali), sia al web 2.0, un ambiente fertile per la circolazione di idee poiché costituito dall’infinita rete di connessioni che gli utenti stabiliscono fra loro.
I crafter stravolgono completamente i canoni dell’artigianato, andando a rimescolare le tecniche realizzative tradizionali per realizzare prodotti innovativi per stile, design o funzionalità, rendendo le tecniche dell’artigianato tradizionale uno strumento espressivo per nuove forme d’arte.
Per fare un primo semplice esempio prendiamo una sciarpa all’uncinetto: è un oggetto artigianale, realizzato con una tecnica antica tramandata dalle donne fra le mura domestiche, ma se utilizziamo la stessa tecnica per rivestire un lampadario abbiamo creato un oggetto di design innovativo.
Provate a fare un giro su internet e potrete trovare dei lavori straordinari. Ad esempio Severija è un artista lituana che ricama sul metallo, oppure Shauna Richardson, un artista inglese che realizza statue di animali giganti rivestite di uncinetto, con un’abilità tale da far vedere la muscolatura degli animali cambiando direzione e trama dei fili, e rendendone addirittura espressivi i volti.
L’aspetto che più distingue i crafter dagli artigiani tradizionali sta però nell’utilizzo del web come colonna portante del loro business per tutta una serie di attività commerciali e relazionali, che fino a dieci anni fa erano colte solo dalle aziende più innovative, e non dagli artigiani di bottega che a stento avevano una connessione internet.
Sono infatti artigiani che studiano e applicano i principi del web marketing, che sono diventati ormai fondamentali per riuscire a posizionarsi sul mercato.
Le più importanti di esse riguardano:
- maggior attenzione al cliente (attività di customer care e targeting);
- maggior attenzione al prodotto (cura del packaging e dei fattori immateriali);
- promozione e comunicazione (politiche di marketing e creazione del brand);
- nuovi canali di vendita (sito personale, sito di e-commerce e social network);
- web a supporto delle attività offline (promozione di eventi, fiere o mercatini);
I crafter hanno capito che condividere il loro lavoro su internet e renderlo fruibile ad un pubblico enorme è una fonte di visibilità importantissima e può portare all’acquisizione di un vantaggio competitivo. Grazie alla costruzione di relazioni collaborative nei loro spazi digitali possono aiutarsi a vicenda, traendo ispirazione dai lavori degli altri, condividendo risorse, strumenti, fonti di materiali e dividendo i costi ad esempio per pubblicità collettive; esattamente l’opposto della mentalità chiusa degli artigiani tradizionali, gelosi custodi di trucchi e segreti di antichi maestri.
Questo cambio di mentalità nella microimpresa artigiana rappresenta un passo importante per una moltitudine di persone che hanno fatto delle loro passioni il loro lavoro, spinte a fare e a condividere dagli stimoli del web.
La generazione di artigiani digitali riesce a riportare il lavoro manuale e creativo all’attenzione del grande pubblico, che sempre più spesso preferisce acquistare prodotti fatti a mano perché unici e personali (spesso anche personalizzati), e cerca proprio sul web una risposta alla monotonia dei prodotti industriali.
Approfondimenti: due persecutori di queste teorie – Severija (http://www.severija.lt/) e Sauna Richardson (http://www.shaunarichardson.com/).
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Autore:
Marco Torcianti – Responsabile facebook marketing e apprendista assistenza informatica per sistemi di sicurezza , presso nuova tecnica sas