Il ‘’paradosso di Erlastin’, meglio conosciuto come ” il paradosso della felicità”, è una teoria economica costruita su basi empiriche e scientifiche che sostiene che in certi casi la felicità, intesa come benessere individuale, non aumenta in modo proporzionale al reddito: bensì nel rapporto tra reddito e felicità si inseriscono in maniera determinante le variabili dei beni relazionali e dello stile di vita. Ma perché se guadagniamo di più siamo più infelici?
Avviene che la rincorsa al possesso di beni materiali impone a chi ne é preda di lavorare sempre di più per guadagnare ciò che serve a consumare sempre di più, tralasciando amicizie e affetti. Il tempo e l’attenzione dedicati al lavoro e al consumo sostituiscono il tempo e l’attenzione dedicati alla famiglia e alle relazioni sociali che finiscono per andare in crisi: così per ottenere una soddisfazione limitata nel tempo, ci si infligge un infelicità duratura.
Esiste dunque un punto oltre il quale la crescita dei beni porta l’infelicità e non la felicità’
Oggi giorno si registrano sempre di più delle contro-tendenze al modello diffuso del capitalismo, ad esempio ricordiamo la teoria economica della gratuità, Freemium, per cui su internet il costo dei beni scenderebbe a zero.
Non per forza quindi la distribuzione deve essere remunerata per aumentare quella che è la ‘’felicità’’. Perfino le regioni industrializzate degli U.S.A non hanno aumentato il loro livello di ‘’felicità’’ col tempo (cioè con l’aumento della ricchezza materiale). Un articolo del Financial Times del 2006 cita ‘’gli hippie avevano ragione sulla felicità’’. In quegli anni infatti in America si registrò un crollo del benessere spirituale per cui le donne americane si ritenevano più infelici delle loro madri.. ‘’ gli hippies,gli ecologisti, gli agitatori di strada, il movimento slow-food, i quali cercano lavori più appaganti, ma meno remunerativi, stanno avendo una loro silenziosa rivincita. Seppur derise dalla routine le idee di questi filosofi sono state confermate da statistiche di economisti.
Voi che ne pensate, quanti soldi fanno la felicità?
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Federica Brancale