Spesso nel gergo o all’interno di una conversazione tra esperti non si può notare una difficoltà nel riuscire ad utilizzare (differenziandoli) i termini: logo marca e marchio. Effettivamente percepire la differenza non è così immediato ma è fondamentale capire esattamente a cosa ci stiamo riferendo ogni volta che ne nominiamo uno piuttosto che un altro.
Partiamo dall’elemento più semplice: il logo.
Il logo, nonché l’abbreviazione di logotipo, è la somma delle lettere e di tutte le caratteristiche tipografiche che compongono il simbolo con il quale si differenzia l’azienda. E’, detto volgarmente, ciò che ci permette a livello cromatico, di design ecc.. di legare quella parola o quel segno ad un brand.
Quando parliamo di marchio alcuni lo intendono come logotipo, definendolo come equivalente a quest’ultimo. E’ più corretto però sottolineare, a livello di marketing, la differenza sostanziale: il marchio è la denominazione statica, il simbolo distintivo che ha la principale funzione di far riconoscere e differenziare l’azienda, è anche definito come trademark. Tutto ciò implica ovviamente il diritto ad utilizzare certi colori e certi grafie e permette di proteggere la proprietà intellettuale legalmente.
Possono essere registrati come marchi:
- Parole
- Nomi
- Disegni
- Lettere
- Cifre
- Suoni
- Forma di un prodotto
- Packaging
- Combinazioni cromatiche
Fondamentalmente si suddividono in tre macrocategorie:
- Marchio figurativo (una o più parole in una determinata grafia/disegno)
- Marchio verbale (una o più dicitura costituita da grafia normale)
- Altre tipologie (3D, sonoro, olfattivo…)
La marca è un elemento complesso e molto più intangibile, riguarda soprattutto il valore che l’azienda è capace di trasmettere al cliente ed è legata al posizionamento nella mente di quest’ultimo o meglio, si crea proprio nella sua mente.
La marca comprende la storia aziendale, l’insieme dei prodotti /servizi di tutti gli elementi facenti parti dell’azienda e che permettono di renderla più o meno unica e differenziarla dalla concorrenza, si tratta di un elemento dinamico. Non si limita però solamente agli aspetti interni all’attività ma anzi il maggior peso è dovuto all’awareness, all’opinione degli stakeholders e dei clienti, alle aspettative, ai valori.
In questo senso Kotler suddivide così le dimensioni a cui appartengono i significati della marca:
- Attributi
- Benefici
- Valori
- Cultura
- Personalità
- Utilizzatori
Chiara la differenza?
Ambra Cretì